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Replichiamo il
messaggio 04 - 152 Europa atea e massonica
trasmesso da
questa Rete il 19 giugno 2004
Il varo
della recente costituzione europea ha confermato la linea atea e
liberal massone dell'intera operazione "Europa unita", nata non si sa
quando e né per opera di chi.
In
molti, ora più che mai, si stanno chiedendo chi abbia mai deciso
che il vecchio continente (e non solo, vedi la Turchia) dovrà un
giorno essere unito in una sola, grande nazione.
Sembra
quasi che una ragione vitale, una legge suprema, una forza
irrefrenabile abbia sentenziato, a nome e per conto di milioni di
individui, che l'Europa deve essere necessariamente unita. La stessa
forza misteriosa (occulta?) che sta ora tracciando confini, norme ed,
appunto, costituzioni.
La
parola d'ordine è "uniti è meglio", ma uniti da cosa?
Un'unione
di stati per essere veramente tale deve avere necessariamente un
qualcosa che unisca i popoli che la compongono, un fattore comune che
faccia da collante tra etnie e culture distanti, spesso in antitesi.
Ci
siamo mai chiesti cosa in concreto i popoli dell'Unione europea hanno
in comune?
La
lingua? La razza? La cultura? Le tradizioni?
Forse
abbiamo le stesse radici cristiane ma, come si è
visto, è un valore non ritenuto valido dagli "architetti
europei".
Ed allora
cosa potrà mai avere in comune una unità basata sul
liberismo ateo e massone?
IL
DENARO.
Quel
Dio artificiale senza fede né pietà che governa con leggi
disumane popoli e nazioni assoggettandoli in una sorta di
inferno senza uscita.
Se
è, come è, questa l'Europa, cioè una
comunità di popoli senza identità, sarà solo
un ENORME MERCATO DELLE VACCHE dove l'unica cosa in comune sarà
la moneta.
E'
chiaro che le strategie tracciate dal potere massonico internazionale
fin dal 1848 si stanno compiendo e quell'ammasso informe di popoli
e di culture non potrà mai essere una vera nazione, come si
sforzano di farci credere, ma solo un'immensa miniera di
affamati clienti condannati ad immolare sull'altare del globalismo
massonico le proprie tradizioni, la propria storia, la propria
civiltà e la propria fede.
