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Zenone di Elea Zenone di Elea (Biografia) Parmenide (Biografia) Gli Eleati (A. Lincei, 1892) Gli Eleati (Pilo Albertelli, 1939)

Zenone di Elea

Filosofo e matematico greco nacque tra il 490 e il 500 a.C., incerta invece la data della morte. Fu discepolo di Parmenide e uomo politico impegnato contro la tirannide.

Visse ad Elea fino a quando la citt?? non cadde sotto il dominio di un tiranno che egli cerc?2 di contrastarlo con ogni mezzo, persino al prezzo della propria vita.


Venne arrestato e sottoposto a tortura perch?¨ rivelasse i nomi dei suoi amici cospiratori.  Zenone fece i nomi di persone vicine al tiranno e queste furono messe a morte.


Afferm?2 poi di voler svelare un segreto all'orecchio del tiranno, e quando questi gli fu vicino, gli addent?2 l'orecchio con grande forza nel tentativo di staccarglielo. Lasci?2 la presa solo quando le guardie del corpo lo costrinsero con la forza.


Si mozz?2 infine la lingua con i suoi stessi denti, per evitare di parlare ancora sotto tortura, e sput?2 la punta in faccia al tiranno stesso.


Fu allora stritolato in un mortaio.

Zenone di Elea
Zenone di Elea

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Zenone sofferm?2 la sua attenzione su molti fenomeni fisici ricavandone pi?1 di quaranta paradossi. Particolarmente interessanti e furono quelli che riguardavano il movimento, noti come i paradossi di Zenone:

Da Aristotele venne definito padre della dialettica. In effetti il metodo dialettico a€“ inteso come un argomentare che non si limita ad affermare una tesi, ma si prefigge di confutare la€?eventuale negazione a€“ fu utilizzato da Zenone per difendere le tesi del suo maestro, Parmenide.


Contro la molteplicit??, ad esempio, Zenone affermava che

  1. se vi sono pi?1 cose, allora esse sono ad un tempo simili e dissimili;

  2. se vi sono pi?1 cose, allora esse sono divisibili e indivisibili;

  3. se vi sono pi?1 cose, allora esse sono uno e molti;

  4. se vi sono pi?1 cose, allora sono esse sono grandi alla€?infinito e piccole alla€?infinito.

Il metodo di Zenone venne poi ripreso nelle Confessiones, da santa€?Agostino, il quale argoment?2 che un secolo non ?¨ presente, perch?? stiamo vivendo in uno solo dei suoi anni; analogamente un anno non ?¨ presente perch?? siamo vivendo uno solo dei suoi mesi e via dicendo. Ne dedusse poi che passato e futuro non esistono, e ca€??¨ solo il presente, che prende tre forme differenti: Presente del passato, Presente del presente e Presente del futuro. Infine il grande santo osserva che il presente del passato vive nella memoria e il presente del futuro nella€?attesa.


Jorge Luis Borges trae dai paradossi di Zenone le basi del suo pensiero su temi quali il tempo, la€?infinito, la realt??. Ne La perpetua corsa di Achille e la tartaruga scrive:

Noi (la indivisa totalit?? che opera in noi) abbiamo sognato il mondo. Lo abbiamo sognato resistente, misterioso, visibile, ubiquo nello spazio e fermo nel tempo; ma abbiamo ammesso nella sua architettura tenui interstizi di assurdit??, per sapere che ?¨ finto.


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L'importanza di Zenone nel campo della filosofia e della scienza ?¨ nella€?aver intuito la necessit?? di saldare l'indagine sulla natura (fisica) al nuovo strumento della logica (matematica logica): ma questa scoperta fondamentale della scuola di Elea viene ben presto abbandonata, anche per opera del prevalere della fisica aristotelicva, e dovranno passare molti secoli prima che la scienza e la filosofia la rivalorizzino.


Scrive Geymonat nella sua Storia del pensiero filosofico:

"Zenone di Elea, pi?1 giovane di Parmenide di circa venticinque anni, fu un ingegno acuto, sottile, vigorosamente polemico. E' considerato il fondatore della dialettica (dialettica formale , per?2, non reale) per gli argomenti ideati a difesa dell'unit?? e dell'immobilit?? dell'essere.

Oltre che di filosofia, si occup?2 di politica e contribu?? notevolmente al buon Governo di Elea: Mor?? con grande fierezza - non si sa l'anno preciso - per aver cospirato contro il tiranno della citt?? ( Nearco o Diomedonte).

Sulla sua fine si tramandano vari particolari che ne confermano l'eccezionale coraggio. Ecco, per esempio, una versione dei suoi ultimi istanti: "Antistene, nelle Successioni, racconta che Zenone, dopo aver denunziato (come cospiratori) gli amici del tiranno, fu da questo interrogato se c'era qualche altro complice.

Egli rispose: tu, la rovina della citt??. E poi rivolto ai presenti esclam?2: Mi meraviglio della vostra vilt??, se siete servi della tirannide per timore di questo che ora io sopporto. Da ultimo, mozzatosi coi denti la lingua, gliela sput?2 addosso. I cittadini allora, incitati da questo esempio, subito abbatterono il tiranno".

I celebri argomenti di Zenone in difesa della filosofia di Parmenide mirano a provarci che, se la negazione del movimento e della molteplicit?? pu?2 a prima vista apparire assurda, l'ammissione di essi conduce tuttavia ad assurdit?? ancora pi?1 gravi, nascoste, ma non risolte, dal linguaggio ordinario. Il perno di tali argomenti consiste nella dimostrazione che: sia nella nozione di movimento, che in quella della pluralit??, si annida il delicato concetto di infinito. Lo studio matematico dei limiti - compreso nel programma degli ultimi anni del liceo scientifico - mostrer?? quante cautele siano necessarie nella trattazione dell'infinito.

Immaginiamo che un mobile debba spostarsi da un estremo all'altro di un dato segmento: prima di aver percorso tutto il segmento, dovr?? averne percorso la met??; prima di questa, la met?? della met??, e cos?? via all'infinito. In modo analogo, se il pi?¨ veloce Achille vuole raggiungere la lentissima tartaruga, che lo precede di un tratto s, egli dovr?? percorrere: innanzitutto questa distanza s, poi il tratto s' percorso dalla tartaruga mentre Achille percorreva s, poi il tratto s'' percorso dalla tartaruga mentre Achille percorreva s', e cos?? via all'infinito.

Nell'un esempio come nell'altro, il fatto - in apparenza semplicissimo - del movimento si frantuma in infiniti moti, sia pure sempre pi?1 piccoli, ma non mai nulli. Proprio questa loro infinit?? ?¨ causa di profonde difficolt?? concettuali, che non possono non rendere perplesso qualsiasi uomo disposto al ragionamento.

Quanto all'argomentazione di Zenone contro la molteplicit??, essa si svolgeva cos??: supponiamo che esistano due entit?? A e B distinte; per il fatto di essere distinte, queste due entit?? devono risultare separate da uno spazio intermedio C. Ma C ?¨ distinto tanto da A quanto da B, e quindi esisteranno altri due elementi D e E che separeranno rispettivamente C da A e da B, ecc. Poich?? ci?2 pu?2 venir ripetuto all'infinito, se ne conclude che l'ammissione di due entit?? distinte conduce di necessit?? all'ammissione di infinite entit??.

Al fine di porre luce sulle difficolt?? logiche di quest'ammissione, Zenone passava poi a dimostrare come, partendo da essa, si debba giungere a negare l'esistenza di qualsiasi lunghezza finita. Ed infatti - cos?? ragionava - se gli elementi che costituiscono un segmento AB sono infiniti, o essi sono nulli, o non sono nulli; nel primo caso la lunghezza del segmento non pu?2 che essere nulla (perch?? la somma di infiniti zeri ?¨ uno zero); nel secondo non pu?2 che essere infinita (perch?? la somma di infinite quantit?? diverse da zero ?¨ infinita).

Sarebbe ingiusto considerare questi due ragionamenti zenoniani (e altri che, per brevit??, siamo costretti a tralasciare) quali semplici sofismi o pseudo-ragionamenti. In realt??, essi attirano efficacemente la nostra attenzione su talune gravissime difficolt?? dei due concetti di movimento e lunghezza, dovute all'inevitabile introduzione dell'infinito, sia allorch?? si scompone un intervallo di tempo (o il moto attuatesi in questo tempo), sia allorch?? si scompone un segmento."

L. Geymonat Storia del pensiero filosofico vol. I Laterza pag 21, 22

LA PORTA ROSA

(Parco archeologico di Velia, Cilento)

Porta Rosa Porta di ingresso

alla citt?? di Elea nel Cilento.

Era detta la Porta Rosa

perch?? al tramonto il sole

la rende di questo colore.

Parmenide diceva che

la porta divideva i sentieri

del Giorno e della Notte.

Nei suoi pressi egli amava

scrivere e declamare i versi

della sua opera filosofica

"Sulla Natura".



Le foto seguenti sono state scattate nell'agosto del 2022 da un amico (Daniele da Rimini) che ce le ha "passate".

Parco Archeologico di Velia - Agosto 2022 Parco Archeologico di Velia - Agosto 2022 Parco Archeologico di Velia - Agosto 2022
Parco Archeologico di Velia - Agosto 2022 Parco Archeologico di Velia - Agosto 2022 Parco Archeologico di Velia - Agosto 2022


Nicola Zitara mi chiese diverse volte di cercare un testo di Samir Amin in cui is parlava di lui - l'ho sempre cercato ma non non sono mai riuscito a trovarlo in rete. Poi un giorno, per caso, mi imbattei in questo documento della https://www.persee.fr/ e mi resi conto che era sicuramente quello che mi era stato chiesto. Peccato, Nicola ne sarebbe stato molto felice. Lo passai ad alcuni amici, ora metto il link permanente sulle pagine del sito eleaml.org - Buona lettura!

Le d??veloppement in??gal et la question nationale (Samir Amin)










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