IL TEMPO È ARRIVATO |
29 settembre 2022
È arrivato il tempo. In modo inedito e imprevisto. La rimonta straordinaria dei M5S, la cui entità ha sorpreso finanche i sondaggisti che lo pronosticavano ha contribuito a materializzare questo tempo. Hanno collaborato finanche i media nazionali legati al mainstream che han preferito dare grande spazio a Conte per ostacolare le nuove formazioni politiche.
Ora tutti dibattono sui voti dati ad un partito M5S che altro non sarebbe se non il partito del RdC (reddito di cittadinanza), nella sostanza lo si ritiene una partito di accattoni e continueranno a farlo per giorni, settimane, mesi.
Qual è la novità, a nostro avviso, che porta nel panorama politico questa “rimonta-vittoria” del M5S?
Semplice, un fatto inatteso negativo (la rimonta dovuta in larga parte al RdC) può generare un fatto positivo: la nascita di una formazione autonomista, indipendentista, separatista, pensatela come vi pare. In che modo?
Se guardiamo la mappa dei risultati nel mezzogiorno del 3 marzo 2018 e quella dei risultati del 25 settembre 2022, dove tutto si è rimescolato, emergono alcuni fatti incontrovertibili:
FDI raggiunge il 26 per cento, sfondando al nord clamorosamente e demolendo la Lega nelle sue roccaforti settentrionali (al punto che il suo fondatore, Bossi, era rimasto fuori dal parlamento, poi ripescato da un riconteggio sollecitato da Calderoli).
La Lega-Salvini (ex Lega Nord) nel 2018 aveva al nord il quadruplo dei voti del sud oggi il rapporto ruota intorno al doppio dei voti al nord rispetto al sud! Nonostante abbia ripescato l’autonomia differenziata, un tema caro alle regioni nordiste (Emilia-Romagna compresa).
Il M5S di Conte stravince al sud – rispetto ai singoli partiti – e, secondo alcuni acuti analisti, con una quota nuova di elettori.
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Torniamo un attimo indietro, alla dichiarazione di Di Maio nel 2018, di fronte ad una vittoria straordinaria nelle regioni meridionali:
“Ci sono intere regioni dove ci ha votato oltre il 50% dei cittadini. Più di un cittadino su due di intere regioni di questo paese ha votato per il Movimento. Ci sono aree in cui abbiamo raggiunto il 75% del consenso. Siamo primi in Liguria col 27… col 30… in Emilia col 27%... siamo primi anche in Piemonte e nel Lazio dove governiamo Torino e Roma. E siamo una forza politica che rappresenta l’intera nazione, rappresentiamo tutto lo stivale, dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia. Tra l’altro in Valle d’Aosta abbiamo eletto la prima donna della storia, che viene eletta parlamentare in Valle d’Aosta. E abbiamo una forza politica – il M5S – che rappresenta l’intera nazione. Non posso dire lo stesso di altri che invece sono delle forze politiche territoriali.”
Non so se lo avete notato, non cita manco una regione del mezzogiorno! Praticamente questa dichiarazione è l’emblema di un movimento a trazione nordista. D'altronde le 5 stelle originarie si riferivano a fuffa ambientalista, digitale ecc., tipiche di una società che ha superato i problemi di sviluppo e di lavoro, problemi ancora persistenti nel mezzogiorno.
“E questo cosa cambia?” obietteranno i pochissimi che mi leggeranno, visto che Conte il 26 settembre 2022 ha dichiarato: “Non siamo il partito del Sud, ma importante ruolo per superare divario con Nord”?
Bisogna basarsi sui numeri per vedere la differenza e la novità odierna rispetto al 2018 – che non sta nella dichiarazione di Conte “non siamo il partito del sud”. Oggi il M5S è di fatto un partito meridionalizzato mentre nel 2018 apparentemente lo era guardando ai numeri ma i rapporti numerici nord-sud erano differenti. Non solo, la semplicistica argomentazione dei soloni nazionali che attribuiscono la rimonta al RdC è errata ma porterà al solito diluvio di articoli e chiacchiera sui meridionali pelandroni e scansafatiche.
Questo atteggiamento razzista e “auto razzista” (perché coinvolge buona parte degli stessi meridionali che popolano i media di ogni tipo, e non da ora ma risale ai primi anni dell’unità, se non prima) e la rimodulazione del RdC metterà nelle mani di Conte una patata bollente che non sarà in grado di gestire – non per suoi limiti ma per la sua visione smaccatamente nazionale della storia e della politica. Dall’altro tutti i partiti dovranno fare i conti cogli elettori del mezzogiorno, la cui condizione verrà aggravata dalla crisi sociale ed economica - e non ci saranno le risorse per dare una qualche risposta per alleviare il disagio sociale che avanza anche al nord. Non basterà il ponte sullo stretto a placarli.
Una situazione complessa che da un lato rischia di portare ad ulteriori spaccature nella società meridionale e dall’altro potrebbe generare quello scatto di orgoglio, requisito indispensabile per la nascita di una formazione politica di tipo autonomistico. Alla nascita di tale formazione può contribuire quell’humus favorevole dovuto a due elementi:
circolazione di temi identitari legati ad una rilettura del Risorgimento;
voto dato negli ultimi anni alla Lega-Salvini (voto che altro non è se non un tentativo indiretto di darsi una nuova rappresentanza rispetto ai partiti nazionali).
Non puoi ergerti a pompiere in eterno, dicendo ai tuoi elettori meridionali che non fanno parte di un partito del sud quando nel Veneto gli elettori sono passati dalla Lega a FDI per salvaguardare i propri interessi. Forse verrà il tempo che sarà Conte a doversi preoccupare di girare con la scorta a sud del Tronto.
Oggi sarebbe il tempo di un personaggio come Zitara, vox clamantis della dignità meridionale per decenni.
[Aggiornamento del 1° ottobre 2022 - Zenone di Elea]
VI CONSIGLIAMODI CONSULTARE LE PRIME ANALISI DELL'ISTITUTO CATTANEO |
Elezioni 2022. Partecipazione, geografia del voto, flussi
Le prime analisi sui divari territoriali della partecipazione e sulla distribuzione territoriale del voto ai partiti. |
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I GRAFICI SEGUENTI SONO NOSTRE ELABORAZIONI
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Nicola Zitara mi chiese diverse volte di cercare un testo di Samir Amin in cui is parlava di lui - lho sempre cercato ma non non sono mai riuscito a trovarlo in rete. Poi un giorno, per caso, mi imbattei in questo documento della https://www.persee.fr/ e mi resi conto che era sicuramente quello che mi era stato chiesto. Peccato, Nicola ne sarebbe stato molto felice. Lo passai ad alcuni amici, ora metto il link permanente sulle pagine del sito eleaml.org - Buona lettura! Le développement inégal et la question nationale (Samir Amin) |
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